Un pò di dolcezza in questo mondo brutale: ecco cosa ci voleva per maggio. La nostra scelta per la newsletter è “Don’t know why” di Norah Jones. Una melodia struggente, armonie morbide e la voce setosa di Norah… La canzone, pubblicata nel 2002, è un gioiello jazz-pop, un vero invito all’introspezione. Perché abbiamo scelto questo tranquillo tributo all’indecisione romantica? Quale musa del mercato non si è presentata?
L’amante mancante è la Recessione. Quella di cui gli economisti si sono innamorati e che sembrano chiamare dal 2022, non è arrivata (almeno se ci si fida delle misure economiche comuni). Eppure, tutti gli indicatori economici di prospettiva che si possono prendere in considerazione per prevederne l’arrivo sono chiari: dovrebbe essere qui! Quali potrebbero essere le ragioni di questa assenza?
Ce ne sono un paio che vengono in mente:
- La più diffusa tra i professionisti della finanza è che non è ancora arrivata. È solo questione di tempo. Gli indicatori non mentono. Le banche centrali non possono impunemente aumentare i tassi così velocemente per frenare l’inflazione. Se si rende difficile ai consumatori, alle imprese e ai governi contrarre prestiti, ciò deve avere conseguenze sulle economie. E gli effetti sono legati alla dose anche se ci sono dei ritardi, quindi questo livello di rialzo implica un rallentamento economico significativo.
- La seconda ragione, che contraddice la prima, è che i banchieri centrali sanno quello che fanno: possono architettare un atterraggio morbido, cioè rallentare l’economia quanto basta per raffreddare l’inflazione ed evitare la recessione. Le banche centrali sono solitamente accusate di tutti i mali dagli investitori, ma impiegano un esercito di dottori di ricerca, economisti e strateghi che fanno leva su un’immensa quantità di dati che la maggior parte degli investitori può solo sognare, per monitorare da vicino l’economia. Devono avere una sorta di piano, giusto? E un piano che, a parte un paio di fallimenti di banche e imprese mal gestite, potrebbe funzionare.
- Una terza ragione che si potrebbe addurre è che forse la recessione è già arrivata, oppure arriverà ma non nei tratti che ci aspettiamo. Una recessione è definita come un calo pronunciato, persistente e pervasivo dell’attività economica aggregata. E se non fosse pronunciato e pervasivo, ma persistente? È difficile immaginare, ad esempio, un periodo prolungato di crescita più debole e di rendimenti più modesti, con parti dell’economia che operano a velocità diverse? È più o meno quello che i mercati stanno scontando ora. L’amante è finalmente tornato, ma il tempo ha fatto il suo lavoro (qualche chilo e qualche ruga qua e là, ma l’amore è eterno, giusto?).
Tra questi tre scenari, il nostro cuore oscilla, ma conoscete la nostra filosofia: il nostro compito è adattarci, non fare previsioni.
Ci piace la terza ragione perché è meno consensuale, ma prepariamo i nostri portafogli per il probabile verificarsi delle tre ipotesi. Ciò significa: 1) continuare a esercitare un giudizio critico; 2) evitare di rimanere sottoinvestiti se non c’è una buona ragione per farlo; 3) riallocare il capitale verso le attività che mostrano il maggiore potenziale.
La serie “Il mercato in sintesi” riassume gli eventi più importanti del settore finanziario su base mensile. Unisciti al CIO di Alpian, Victor Cianni, in un viaggio musicale che unisce gli approfondimenti sul mercato al ritmo di canzoni popolari.
Si è perso l’analisi di aprile 2023? La trovi qui: Spingere al limite: il mercato in sintesi [Aprile 2023].
Dichiarazione di non responsabilità:
Il contenuto di qualsiasi pubblicazione su questo sito web è solo a scopo informativo.